▶ «« <Nonrosso 23:58 07/09/15> »» ◀
▶ «« già se poi non possono permettersi un affitto e devono vivere in 20 dove dovrebbero vivere in 4 o 5 a lei continua a non interessare, in fondo perchè non sfruttare lo stato di necessità di qualcuno? »» ◀
E come la mettiamo con lo sfruttare i consumatori con i prezzi maggiorati dagli affitti?
E come la mettiamo con il pasticciere che sfrutta lo «stato di necessità golosa» di mangiare dolciume?
Non le pare di sfruttare, un po' troppo, il suo «stato di bontà» sprovvisto di mezzi per dare a tutti camera & servizi?
Qui si parlava di lavori stagionali, quindi per un tempo limitato. Se la gente viene per 5 euro e ventesimo della stanza vorrà dire che quelle condizioni le accetta (vista la loro necessità)?
D'altra parte se si impedisce quel che, a suo avviso, è sfruttamento, significa impedire l'accesso / arrivo da quella gente. Quale sarebbe l'alternativa allo sfruttamento? Zero euro l'ora? Perché la manodopera locale, protetta, possa prenderne 10, più alloggio semi-alberghiero? Chi sfrutterebbe chi? Non-sfruttamento sulla pelle dei non-sfruttati. Ci arriva?
▶ «« quindi immagino che se il suo lavoro non dovesse essere retribuito non avrebbe nulla da dire, dato che le basta l'intima soddisfazione di aver contribuito ad aumentare la ricchezza disponibile, purtroppo c'è ancora troppa gente convinta che il proprio lavoro debba essere retribuito in maniera dignitosa (anzi, credo che qualcosa del genere sia scritto anche nella Costituzione); »» ◀
Lei, sebbene sfinente, è sempre stato gentile. Si sforzi e si astenga da questi sillogismi sbilenchi. Ho solo parlato di dinamiche che creano più ricchezza nonostante l'apparente abbassamento delle retribuzioni. Niente a che vedere con l'etica del lavoro. Ancor meno con la vaghissima costituzione. Se non ci arriva provi con un po' di brillantina sui neuroni.
▶ «« no, quanto al fatto che la ricchezza sia sempre la stessa, se consideriamo (com'è giusto che sia) la ricchezza come disponibilità di risorse (e queste non sono infinite) che un numero sempre più esiguo ne accentri sempre di più riduce quelle disponibili per tutti gli altri. »» ◀
No, la ricchezza non è la stessa perché (ac)cresciuta. La ricchezza va misurata attraverso il consumo dei prodotti (soprattutto da parte dei meno ricchi). E che vogliamo, l'accredito surplus sul conto di tutti? Guardi che poi corrono a spenderli, eh!
Il numero esiguo non riduce quello degli altri — basti vedere il consumo. Non mi risulta che il lusso sia cresciuto più del non-lusso. Ergo sono tutte mistificazioni.
Che poi si possa redistribuire in un altro modo, IL PRODOTTO, è tutto un altro discorso.
p.s.
se io dico «due più due fa quattro»
non mi risponda che «sono contento perché faccia quattro»
si sforzi,
per favore